La vignetta della settimana

La vignetta della settimana

sabato 6 marzo 2010

Buon week-end

Un'altra settimana è volata, e ancora una volta sono qui ad augurarvi un buon week-end.
Questa volta, come già accennato la settimana scorsa, non ci sarà più un resoconto delle notizie della settimana, ma il titolo di un film che vorrei portare alla vostra attenzione e, quindi, consigliare.
Si tratta di "The Boondock Saints - Giustizia finale", un thriller un po' diverso dal solito e, benché mi sembra di averlo visto ieri per la prima volta, un po' datato. Sulla copertina del dvd si scopre che il film in questione è dell'ormai lontano 1999, e tra l'altro Hollywood ha da poco sfornato un seguito, disponibile in dvd dal 28 aprile.
Protagonisti dell'originale vicenda sono due fratelli, Connor e Murphy (interpretati da Sean Patrick Flanery e Norman Reedus), irlandesi abitanti di Boston, che si trovano per puro caso ad essere i soli a poter/voler combattere il crimine nella città.
La loro "missione" assume toni molto spesso tradizionali e religiosi, e nel film vi sono anche citazioni tratte dalla Bibbia. Non fraintendete, in ogni caso, non è una storiella con due vescovi e uno stupratore, è piuttosto una rivisitazione dell'opera di Dio e della sua stessa esistenza.
Nel cast ha un ruolo decisamente primario anche il fantastico Willem Dafoe, che veste i panni del detective FBI Smecker, omosessuale, cinico e invaso da sensi di colpa quando finalmente scopre che i due giovani fratelli riuscivano nel compito che lui, spesso, non poteva portare a termine: fermare la criminalità.
Trama talvolta un po' scontata, attori molto validi, risvolti psicologici tutti da analizzare. Insomma, un film da vedere, magari questo week-end.
Un saluto a tutti quanti,
Giuseppe Troccoli

venerdì 5 marzo 2010

La notizia fondamentale

Girovagando oggi tra le notizie che riportano le varie agenzie di stampa, mi sono imbattuto in ciò che ogni persona dovrebbe sapere.
Si dia il caso che gli svizzeri abbiano l’usanza di fare referendum a caso per ogni cosa: quale marca di spazzolino rendere “di Stato”, costruire o meno nuovi luoghi di culto e, ultimamente, se rendere i cani “difendibili” da avvocati d’ufficio.
È proprio così, il referendum non è una mia invenzione. E terrà tutti col fiato sospeso fino a quando non si saprà l’esito. Già mi vedo i bambini con le famiglie al completo, davanti allo schermo (piccolo, con i televisori d’oggi non lo si può più definire) ad aspettare l’esito delle votazioni. Tutti con il fiato sospeso, aspettando di sapere se potranno far difendere il loro Fido da un avvocato che prima non potevano permettersi, per quella brutta vicenda che porto la scarpa lucida del meschino vicino all’altezza del deretano del peloso animale. And the winner is...Fido!
Non importa se a qualche migliaio di chilometri di distanza, nei due comuni più popolosi dei Paesi Bassi, ha vinto un partito xenofobo che si candiderà senza ogni dubbio, e con buoni risultati, alle elezioni di Stato. Non importa se la tensione tra gli Stati del Medio Oriente e il resto del mondo cresce ogni giorno. Non importa se la Grecia è ferma da troppo tempo, e i suoi debiti crescono di ora in ora.
D’altronde, è per questo che Studio Aperto fa sempre il massimo degli ascolti...
Giuseppe Troccoli

giovedì 4 marzo 2010

Lo Stato in bancarotta...

Nel corso degli anni ne sono capitate di tutti i colori, dalle aziende che dichiaravano bancarotta (qualcuna con fini più fraudolenti di altri) ai comuni costretti ad ammettere che soldi in cassa non ce n’erano. Ma quando si parla della Grecia, ammetterete che la cosa non vi suona immediatamente possibile.
La Grecia patria dei primi grandi filosofi, della democrazia, delle olimpiadi, si è ridotta ed essere sulle prime pagine perché non ha più denaro per soddisfare le sue piccole “spesucce”. Ma ciò che più fa rabbrividire, a parer mio, sono le dichiarazioni fatte dal Gianni e Pinotto versione tedesca, tali Frank Schaeffler e Josef Schlarmann. Loro infatti ritengono che “svendere” delle isole disabitate è cosa buona e giusta, per riparare al buco provocato dalla crisi.
È questo che io chiamo limite del capitalismo. Questa trovata che, a prima vista magari, attribuiremmo a comici e non a due parlamentari (eh già, lo sono), dà proprio la prova della degradazione umana dovuta al capitalismo più sfrenato. In un mondo dominato dal buonsenso, probabilmente, una situazione come quella del Paese mediterraneo sarebbe affrontata a tavolino in una riunione straordinaria tra tutte le nazioni, nel mondo attuale invece la situazione è questa: la gazzella straziata, dopo che un leone l’ha morsa a morte, corre con le ultime sue forze in cerca di un disperato aiuto. Purtroppo nessuno sembra vedersi, e la gazzella non ha nient’altro da fare che cercare un buon posto per morire. Solo allora iene ed avvoltoi fanno il loro ingresso.
Tutto il mondo sta aspettando la barca che affonda, per vedere che parte potrà ricavarci. Ed ecco che il limite, silenziosamente, si trasforma in una fine perversione a veder la gente soffrire, vedere i propri “simili” soffrire. Permettetemi le amate virgolette sulla parola “simili”, perché in questa società non riesco a trovar posto. È più forte di me, non riesco ad inserirmi. E per un certo verso neanche voglio farlo.
Spero di non essere il solo a pensarla in questo modo, nel caso anche voi vi ritrovate in questo mio pensiero, vi prego di lasciare anche solo un piccolo commento, un qualcosa che faccia capire a me e ai più timidi “Ehi, è piccolo il mondo”.
Scusate per l’assenza in questi giorni, ma ho avuto quello che si può definire un inizio di settimana turbolento. Mi rifarò nei prossimi giorni, promesso.
Giuseppe Troccoli

lunedì 1 marzo 2010

L'Italia e l'Euro: 8 anni dopo

Il 1 Marzo 2002, entrava in circolazione come unica moneta l'Euro. Le intenzioni della BCE (Banca Centrale Europea) erano inizialmente delle più incoraggianti: l'introduzione dell'Euro avrebbe dovuto facilitare il commercio tra gli Stati aderenti al trattato di Maastricht del 1992, portare benefici ai cittadini dell'Eurozona, una riduzione complessiva della differenza dei prezzi tra i vari membri dell'UE, maggiore competizione tra le aziende e un contenimento dell'inflazione generale a vantaggio dei consumatori.
Analizzando a posteriori ci si accorge che la situazione non è esattamente così, almeno in Italia. Infatti nel Belpaese l'introduzione della moneta unica si è tradotta in un innalzamento dei prezzi piuttosto che in un calo e senza un conseguente aumento parallelo degli stipendi. Ciò avvenne in altri Stati con una situazione economica simile a quella italiana, come ad esempio la Grecia.
L'aumento dell'inflazione dovuta all'Euro può essere letta come una mancanza di organizzazione da parte dello Stato, incapace di far penetrare la nuova moneta nel mercato e di controllare accuratamente i prezzi massimi dei beni che aveva lui stesso imposto.
La progressiva svalutazione della Lira negli anni, dal dopoguerra al 2002, non ha fatto altro che far peggiorare la situazione globale e la differenza di prezzi in confonto agli altri membri dell'UE che hanno adottato l'euro è ormai abissale. Insieme alla Grecia, infatti, siamo tra gli Stati messi peggio. Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, alla fine del 2010, si suppone sarà intorno al 120% (fonte Ocse), esattamente il doppio del limite previsto nel trattato di Maastricht che imponeva un limite non superiore al 60% per poter prendere parte all'iniziativa Euro.
L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) mette in dubbio, a ragione, la politica di contenimento del debito pubblico attuata negli ultimi 17 anni (e qui non è colpa solo dei comunisti) che ha reso l'Italia un paese finanziariamente vulnerabile. Sarà quindi necessario mettere in atto una politica finanziaria seria, che metta in primo piano il risanamento dei conti pubblici a costo di qualche sacrificio per gli italiani, che in un futuro non troppo lontano potrebbero vedere calare il costo della vita. Certo è che bisogna metterla in atto questa politica del risanamento invece di pensare soltanto ai guai processuali del nostro caro vecchio B.

domenica 28 febbraio 2010

Buon week-end (anche se in ritardo) - Editoriale

Come scritto nel titolo, buon week end a tutti, anche se con un giorno di ritardo. È stata una settimana piena di eventi importanti in tutto il mondo, e una settimana importantissima per Commentando... che ha raggiunto e superato le 100 visite dalla sua creazione.
Questo secondo editoriale sarà diverso, in quanto a mio parere, riscrivere notizie avvenute non porta a molto.
Preferisco pensare per questa settimana a qualcosa di più costruttivo da potervi offrire, per poi mettere in atto sabato prossimo.
In ogni caso non posso lasciare i miei lettori a bocca asciutta, quindi faccio che parlare un po’ di me. Per chi non mi conoscesse, sono (come avrete già avuto modo di capire) Giuseppe Troccoli, giornalista in erba e scrittore quando ho tempo. Ho quasi vent’anni, vivo in un paese fin troppo piccolo per i miei pensieri, in Piemonte, da cui presto o tardi spero di evadere.
Da più di cinque anni mi interessano le questioni nazionali ed internazionali, oltre che il cinema (sebbene adesso come adesso costi sempre più) e la lettura. Ogni tanto mi faccio coraggio e cerco di capire la possente macchina capitalista cercando di studiarne il funzionamento e la struttura, mi piace la matematica e l’informatica, sebbene ultimamente venga sempre più utilizzata in modo sbagliato. In particolare, i social network tendono a ridurre la scienza dell’informazione telematica ad una stupida campagna pubblicitaria e di aggregazione di dati strettamente personali. In particolare sono sempre stato molto interessato alle dinamiche della politica, seppur non appoggi una politica populistica e demagogica. Nell’anno passato mi hanno proposto di candidarmi in una lista di giovani nel mio comune di residenza: ho accettato seppur non abbia avuto risultati eccelsi, è stata comunque un’ottima esperienza, che consiglio a tutti coloro che hanno a cuore la politica e si sentono in dovere di cambiare la nostra situazione.
Per il resto c’è poco da sapere, cerco lavoro, come molti altri miei coetanei e ho voglia di scrivere e di farmi sentire.
Ringrazio nuovamente tutti i lettori e vi auguro una buona settimana.
Giuseppe Troccoli