La vignetta della settimana

La vignetta della settimana

giovedì 18 febbraio 2010

Il Dalai Lama arriva negli Stati Uniti

Dopo una settimana di tira e molla, il Dalai Lama è finalmente approdato in terra statunitense. Ma qui l’estro di Obama si rivela degno di un vero premio Nobel per la pace (aggiungerei “alle intenzioni”, ma solo per dovere di cronaca). Sì perché Obama non vuole assolutamente scontentare Wen Jiabao, capo del governo cinese, e per questo motivo accoglierà il capo spirituale tibetano non nella Studio Ovale (stanza predisposta per accogliere i capi di Stato) bensì nella sala delle Mappe. Motivazione ufficiale di tutto ciò è che gli Stati Uniti accolgono il Dalai Lama come capo religioso e non politico.
Passiamo però alle motivazioni vere, che sono molto più succose e interessanti. Si dia il caso, infatti, che la Cina detenga miliardi di dollari di debito pubblico U.S.A. in titoli di Stato, azioni e fondi. Ricordiamo inoltre che gli Stati Uniti hanno bisogno di un appoggio per forzare l’Iran a concludere gli esperimenti atomici, dato che la Russia è estremamente contraria ad un eventuale attacco ai danni dello Stato mediorientale. Per concludere c’è ancora la questione della vendita di armi americane a Taiwan e il caso “Google – Cina”, ovvero l’ultimatum della major delle ricerche online al governo cinese, reo di aver richiesto attacchi continui alle web mail Gmail d’America e d’Europa.
Adesso che la situazione è completa, possiamo analizzare con chiarezza la scelta di Obama di accogliere colui che viene additato dai cinesi come il separatista per eccellenza del loro territorio. È evidente che gli Stati Uniti non sono nella posizione (non più, per lo meno) di dettare legge in campo di politica internazionale, quindi probabilmente il Dalai Lama è stato invitato per rimediare all’errore mediatico fatto in precedenza (quello di non accettare la visita dello stesso nella Casa Bianca, N.d.A.) per riconciliarsi su questo punto con l’Unione Europea. Dunque si potrebbe trattare dell’appello disperato di un Capo di Stato che finora non si è fatto notare per una grande abilità gestionale.
In questi minuti l’incontro avviene a Washington, nei prossimi giorni potremmo sapere cosa si è detto e quali sono le reali implicazioni politiche in risposta a questo evento.
Giuseppe Troccoli

Nessun commento:

Posta un commento