La vignetta della settimana

La vignetta della settimana

sabato 6 marzo 2010

Buon week-end

Un'altra settimana è volata, e ancora una volta sono qui ad augurarvi un buon week-end.
Questa volta, come già accennato la settimana scorsa, non ci sarà più un resoconto delle notizie della settimana, ma il titolo di un film che vorrei portare alla vostra attenzione e, quindi, consigliare.
Si tratta di "The Boondock Saints - Giustizia finale", un thriller un po' diverso dal solito e, benché mi sembra di averlo visto ieri per la prima volta, un po' datato. Sulla copertina del dvd si scopre che il film in questione è dell'ormai lontano 1999, e tra l'altro Hollywood ha da poco sfornato un seguito, disponibile in dvd dal 28 aprile.
Protagonisti dell'originale vicenda sono due fratelli, Connor e Murphy (interpretati da Sean Patrick Flanery e Norman Reedus), irlandesi abitanti di Boston, che si trovano per puro caso ad essere i soli a poter/voler combattere il crimine nella città.
La loro "missione" assume toni molto spesso tradizionali e religiosi, e nel film vi sono anche citazioni tratte dalla Bibbia. Non fraintendete, in ogni caso, non è una storiella con due vescovi e uno stupratore, è piuttosto una rivisitazione dell'opera di Dio e della sua stessa esistenza.
Nel cast ha un ruolo decisamente primario anche il fantastico Willem Dafoe, che veste i panni del detective FBI Smecker, omosessuale, cinico e invaso da sensi di colpa quando finalmente scopre che i due giovani fratelli riuscivano nel compito che lui, spesso, non poteva portare a termine: fermare la criminalità.
Trama talvolta un po' scontata, attori molto validi, risvolti psicologici tutti da analizzare. Insomma, un film da vedere, magari questo week-end.
Un saluto a tutti quanti,
Giuseppe Troccoli

venerdì 5 marzo 2010

La notizia fondamentale

Girovagando oggi tra le notizie che riportano le varie agenzie di stampa, mi sono imbattuto in ciò che ogni persona dovrebbe sapere.
Si dia il caso che gli svizzeri abbiano l’usanza di fare referendum a caso per ogni cosa: quale marca di spazzolino rendere “di Stato”, costruire o meno nuovi luoghi di culto e, ultimamente, se rendere i cani “difendibili” da avvocati d’ufficio.
È proprio così, il referendum non è una mia invenzione. E terrà tutti col fiato sospeso fino a quando non si saprà l’esito. Già mi vedo i bambini con le famiglie al completo, davanti allo schermo (piccolo, con i televisori d’oggi non lo si può più definire) ad aspettare l’esito delle votazioni. Tutti con il fiato sospeso, aspettando di sapere se potranno far difendere il loro Fido da un avvocato che prima non potevano permettersi, per quella brutta vicenda che porto la scarpa lucida del meschino vicino all’altezza del deretano del peloso animale. And the winner is...Fido!
Non importa se a qualche migliaio di chilometri di distanza, nei due comuni più popolosi dei Paesi Bassi, ha vinto un partito xenofobo che si candiderà senza ogni dubbio, e con buoni risultati, alle elezioni di Stato. Non importa se la tensione tra gli Stati del Medio Oriente e il resto del mondo cresce ogni giorno. Non importa se la Grecia è ferma da troppo tempo, e i suoi debiti crescono di ora in ora.
D’altronde, è per questo che Studio Aperto fa sempre il massimo degli ascolti...
Giuseppe Troccoli

giovedì 4 marzo 2010

Lo Stato in bancarotta...

Nel corso degli anni ne sono capitate di tutti i colori, dalle aziende che dichiaravano bancarotta (qualcuna con fini più fraudolenti di altri) ai comuni costretti ad ammettere che soldi in cassa non ce n’erano. Ma quando si parla della Grecia, ammetterete che la cosa non vi suona immediatamente possibile.
La Grecia patria dei primi grandi filosofi, della democrazia, delle olimpiadi, si è ridotta ed essere sulle prime pagine perché non ha più denaro per soddisfare le sue piccole “spesucce”. Ma ciò che più fa rabbrividire, a parer mio, sono le dichiarazioni fatte dal Gianni e Pinotto versione tedesca, tali Frank Schaeffler e Josef Schlarmann. Loro infatti ritengono che “svendere” delle isole disabitate è cosa buona e giusta, per riparare al buco provocato dalla crisi.
È questo che io chiamo limite del capitalismo. Questa trovata che, a prima vista magari, attribuiremmo a comici e non a due parlamentari (eh già, lo sono), dà proprio la prova della degradazione umana dovuta al capitalismo più sfrenato. In un mondo dominato dal buonsenso, probabilmente, una situazione come quella del Paese mediterraneo sarebbe affrontata a tavolino in una riunione straordinaria tra tutte le nazioni, nel mondo attuale invece la situazione è questa: la gazzella straziata, dopo che un leone l’ha morsa a morte, corre con le ultime sue forze in cerca di un disperato aiuto. Purtroppo nessuno sembra vedersi, e la gazzella non ha nient’altro da fare che cercare un buon posto per morire. Solo allora iene ed avvoltoi fanno il loro ingresso.
Tutto il mondo sta aspettando la barca che affonda, per vedere che parte potrà ricavarci. Ed ecco che il limite, silenziosamente, si trasforma in una fine perversione a veder la gente soffrire, vedere i propri “simili” soffrire. Permettetemi le amate virgolette sulla parola “simili”, perché in questa società non riesco a trovar posto. È più forte di me, non riesco ad inserirmi. E per un certo verso neanche voglio farlo.
Spero di non essere il solo a pensarla in questo modo, nel caso anche voi vi ritrovate in questo mio pensiero, vi prego di lasciare anche solo un piccolo commento, un qualcosa che faccia capire a me e ai più timidi “Ehi, è piccolo il mondo”.
Scusate per l’assenza in questi giorni, ma ho avuto quello che si può definire un inizio di settimana turbolento. Mi rifarò nei prossimi giorni, promesso.
Giuseppe Troccoli

lunedì 1 marzo 2010

L'Italia e l'Euro: 8 anni dopo

Il 1 Marzo 2002, entrava in circolazione come unica moneta l'Euro. Le intenzioni della BCE (Banca Centrale Europea) erano inizialmente delle più incoraggianti: l'introduzione dell'Euro avrebbe dovuto facilitare il commercio tra gli Stati aderenti al trattato di Maastricht del 1992, portare benefici ai cittadini dell'Eurozona, una riduzione complessiva della differenza dei prezzi tra i vari membri dell'UE, maggiore competizione tra le aziende e un contenimento dell'inflazione generale a vantaggio dei consumatori.
Analizzando a posteriori ci si accorge che la situazione non è esattamente così, almeno in Italia. Infatti nel Belpaese l'introduzione della moneta unica si è tradotta in un innalzamento dei prezzi piuttosto che in un calo e senza un conseguente aumento parallelo degli stipendi. Ciò avvenne in altri Stati con una situazione economica simile a quella italiana, come ad esempio la Grecia.
L'aumento dell'inflazione dovuta all'Euro può essere letta come una mancanza di organizzazione da parte dello Stato, incapace di far penetrare la nuova moneta nel mercato e di controllare accuratamente i prezzi massimi dei beni che aveva lui stesso imposto.
La progressiva svalutazione della Lira negli anni, dal dopoguerra al 2002, non ha fatto altro che far peggiorare la situazione globale e la differenza di prezzi in confonto agli altri membri dell'UE che hanno adottato l'euro è ormai abissale. Insieme alla Grecia, infatti, siamo tra gli Stati messi peggio. Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, alla fine del 2010, si suppone sarà intorno al 120% (fonte Ocse), esattamente il doppio del limite previsto nel trattato di Maastricht che imponeva un limite non superiore al 60% per poter prendere parte all'iniziativa Euro.
L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) mette in dubbio, a ragione, la politica di contenimento del debito pubblico attuata negli ultimi 17 anni (e qui non è colpa solo dei comunisti) che ha reso l'Italia un paese finanziariamente vulnerabile. Sarà quindi necessario mettere in atto una politica finanziaria seria, che metta in primo piano il risanamento dei conti pubblici a costo di qualche sacrificio per gli italiani, che in un futuro non troppo lontano potrebbero vedere calare il costo della vita. Certo è che bisogna metterla in atto questa politica del risanamento invece di pensare soltanto ai guai processuali del nostro caro vecchio B.

domenica 28 febbraio 2010

Buon week-end (anche se in ritardo) - Editoriale

Come scritto nel titolo, buon week end a tutti, anche se con un giorno di ritardo. È stata una settimana piena di eventi importanti in tutto il mondo, e una settimana importantissima per Commentando... che ha raggiunto e superato le 100 visite dalla sua creazione.
Questo secondo editoriale sarà diverso, in quanto a mio parere, riscrivere notizie avvenute non porta a molto.
Preferisco pensare per questa settimana a qualcosa di più costruttivo da potervi offrire, per poi mettere in atto sabato prossimo.
In ogni caso non posso lasciare i miei lettori a bocca asciutta, quindi faccio che parlare un po’ di me. Per chi non mi conoscesse, sono (come avrete già avuto modo di capire) Giuseppe Troccoli, giornalista in erba e scrittore quando ho tempo. Ho quasi vent’anni, vivo in un paese fin troppo piccolo per i miei pensieri, in Piemonte, da cui presto o tardi spero di evadere.
Da più di cinque anni mi interessano le questioni nazionali ed internazionali, oltre che il cinema (sebbene adesso come adesso costi sempre più) e la lettura. Ogni tanto mi faccio coraggio e cerco di capire la possente macchina capitalista cercando di studiarne il funzionamento e la struttura, mi piace la matematica e l’informatica, sebbene ultimamente venga sempre più utilizzata in modo sbagliato. In particolare, i social network tendono a ridurre la scienza dell’informazione telematica ad una stupida campagna pubblicitaria e di aggregazione di dati strettamente personali. In particolare sono sempre stato molto interessato alle dinamiche della politica, seppur non appoggi una politica populistica e demagogica. Nell’anno passato mi hanno proposto di candidarmi in una lista di giovani nel mio comune di residenza: ho accettato seppur non abbia avuto risultati eccelsi, è stata comunque un’ottima esperienza, che consiglio a tutti coloro che hanno a cuore la politica e si sentono in dovere di cambiare la nostra situazione.
Per il resto c’è poco da sapere, cerco lavoro, come molti altri miei coetanei e ho voglia di scrivere e di farmi sentire.
Ringrazio nuovamente tutti i lettori e vi auguro una buona settimana.
Giuseppe Troccoli

venerdì 26 febbraio 2010

Reato prescritto = imputato assolto

Nelle agende di B. il 25 Febbraio 2010 era evidenziato a matita rossa. Il 25 Febbraio 2010 la Cassazione ha emesso la sentenza sul caso Mills. Per chi non lo ricordasse, in questo processo l'avvocato inglese David Mills è accusato di aver reso falsa testimonianza ai processi Fininvest e All Ibernian in cambio di 600 mila dollari che il nostro Silvio avrebbe versato nelle casse dell'avvocato. Infatti nello stesso processo è anche imputato B. che però ha fatto bloccare il procedimento per l'incostituzionale Lodo Alfano, poi bocciato.
La sentenza delle sezioni unite della cassazione ha stabilito che il reato è prescritto e che Mills deve pagare 250 mila euro di danni. Che il reato sia prescritto non significa che esso non sia stato commesso, ma anzi il contrario, che c'è stato ma sono passati più di 10 anni da quel 11 Novembre 1999 a cui lo si fa risalire. I dieci anni che fanno scattare la prescrizione del reato sono stati introdotti, guardacaso, dal II governo Berlusconi nel 2005 denominata legge ex Cirielli o, per meglio far capire di che cosa si tratta, "salva Previti". Quest'ultima infatti sancisce che la prescrizione per reati di tipo giudiziario arrivi a 10 anni da quando si è commesso il reato.
Nonostante sia chiara la sentenza, che Mills è colpevole ma non è stato condannato per prescrizione, i deputati Pdl la leggono come piace a loro e commentano: "smontate le tesi creative dei pm", "finita la persecuzione del premier" (Denis Verdini, lo stesso indagato per corruzione nello scandalo Protezione Civile) e infine "sconfitta la gestione di rito ambrosiano della giustizia, che mette in difficoltà i giustizialisti da quattro soldi" (Cicchitto, tessera P2 numero 2232). Per non parlare del mezzo di informazione che arriva a più persone, cioè la TV: il Tg5 non stupisce e manda in onda la notizia della sentenza solo nell'edizione delle 8 del mattino introducendo il servizio con "ieri sera è arrivata la sentenza del cosiddetto processo Mills e David Mills è stato sostanzialmente assolto, il processo è stato dichiarato prescritto dalla Cassazione". Il Tg1 apre invece il notiziario con la sentenza e le dichiarazioni di B che etichetta come "talebani i magistrati che non vogliono la riforma della giustizia" e ancora "il caso Mills è un'invenzione e voglio uscirne con un'assoluzione piena".
B infatti sa perfettamente che se Mills ha commesso il reato, cioè è stato corrotto questo implica che ci sia stato un corruttore il quale ha dato i soldi all'avvocato. Il procedimento parallelo a carico di B si baserà sicuramente sulla sentenza Mills. Molti sostengono che entro la fine della prescrizione, prevista per Febbraio 2011, i giudici hanno una buona probabilità di emettere una sentenza. Silvio forse è meglio se ti sbrighi con questo processo breve!

giovedì 25 febbraio 2010

Vertice Siria – Iran, le reazioni

Dopo la richiesta che, come ogni intervento statunitense, è suonata come una minaccia non molto velata, il vertice tra Bashar Al Assad, presidente siriano, e Mahmud Ahmadinejad, presidente iraniano, è avvenuto oggi in tarda mattinata. Al suo termine, i due presidenti hanno presentato i frutti in una conferenza stampa.
Il presidente Al Assad è stato piuttosto ironico riguardo le parole della segretaria di Stato USA Hilary Clinton, la quale aveva appunto “chiesto” al siriano di prendere le distanze dall’Iran e dal suo presidente.
La Siria sembra infatti essere piuttosto legata all’Iran, come poi conferma Ahmadinejad, riferendo che “le relazioni tra la Siria e l'Iran sono fraterne, profonde, solide e perenni”. Questo non farà sicuramente piacere ai vertici statunitensi, che rimedieranno una duplice risposta negativa durante l’incontro che avverrà, nei prossimi giorni, a Damasco.
Israele è seriamente preoccupata da queste dichiarazioni, e manifesta la volontà di separare due presidenti “promotori del terrorismo”, queste le parole di Yigal Palmor, portavoce del Ministro degli Esteri israeliano, che aggiunge inoltre che “si tratta di una notizia cattiva per tutti i governi che hanno a cuore la pace in Medio Oriente”.
La Cina crede ancora nella potenza del dialogo per risolvere la questione, e il Giappone, benché il Governo non si sia ancora espresso sulla notizia, avrebbe proposto all’Iran di fornire uranio e barre di combustibile per l’avviamento dei reattori, il tutto con lo scopo della ricerca medica.
Arriva invece dal cancelliere Angela Merkel l’atto di fedeltà dell’UE, o per meglio dire, la richiesta d’appoggio ad intensificare le sanzioni da applicare all’Iran. La Merkel ha ufficialmente richiesto l’appoggio di tutta la Comunità Europea, della Cina e della Russia.
Capirete quindi che questi non sono momenti facili per i Ministri degli Esteri dei vari Paesi interessati. Per ora solo la Russia non sembra essersi pronunciata nuovamente sulla situazione, ma possiamo dire che il trend generale sia a sfavore di un intervento ai danni dell’Iran.
È inoltre scontato che l’economia risenta particolarmente del clima di tensione esteso a livello mondiale. Le borse europee e americane sembra siano quelle maggiormente colpite, hanno infatti perso circa due punti percentuali solo nell’ultimo giorno. Ancora più scontato un aumento del prezzo del petrolio greggio al barile, che ha raggiunto un picco di 80 dollari, per poi stabilizzarsi nuovamente a circa 79.80 $.
Come già scritto nell’articolo precedente, seguirò la vicenda quotidianamente per informare al massimo delle possibilità i lettori.
Giuseppe Troccoli

La vignetta della settimana - 15-21 feb

Arriva la seconda vignetta settimanale di Commentando...

La prima, cioè quella inserita nella settimana che va dal 15 al 21 febbraio, potete reperirla qui.

mercoledì 24 febbraio 2010

Ultimatum dalla Casa Bianca

Ieri sera è arrivata la notizia alle agenzie di stampa di un ultimatum imposto dalla Casa Bianca all’Iran. Il portavoce Robert Gibbs, in seguito alle smentite e all’assenza di collaborazione da parte dello Stato mediorientale, ha dichiarato che “il tempo e la pazienza stanno terminando”. Non è questo il primo ultimatum degli USA sulla stessa questione, o per meglio dire, allo stesso Stato, nel passato più recente.
È comunque una notizia che non mi lascia indifferente, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni delle parti interessate. La situazione internazionale non è delle più semplici da comprendere, in questo articolo cercherò di delineare le posizioni delle potenze mondiali nel caso di un intervento armato ai danni dell’Iran.
Innanzitutto gli Stati Uniti, grande potenza del ventesimo secolo che ha visto la sua supremacy minata dalla veloce ascesa economica dell’oriente. Negli ultimi giorni è degno di essere citato l’incontro del suo attuale presidente Obama con il leader spirituale tibetano, il Dalai Lama. Questo incontro non ha fatto che aggravare il rapporto con la Cina, con cui lo Stato americano aveva rapporti già logorati dalla vicenda Google e dalla vendita di missili a Taiwan. Gli Stati Uniti, inoltre, sono impegnati da più di otto anni nella cosiddetta “Guerra in Afghanistan” e da circa sette anni nella “Seconda guerra del Golfo”.
Seconda nazione da studiare è sicuramente l’Iran, Stato che divide l’Asia dall’Africa, che trae una grande parte delle sue ricchezze e della sua influenza dai suoi giacimenti petroliferi. L’Iran è al centro dei riflettori da quando Ahmadinejad è diventato presidente della Repubblica Islamica dell’Iran. Molto spesso il capo di Stato ha manifestato il suo lato razzista e, ultimamente, la costruzione delle centrali di arricchimento dell’uranio hanno creato un vero e proprio sfascio delle relazioni internazionali. Negli ultimi giorni, Ahmadinejad ha dichiarato, inoltre, che nel caso di un errore da parte dello Stato di Israele, gli Stati confinanti con esso sono pronti a “sradicarlo”. Ricordiamo infine che il leader iraniano ha imbastito dei buoni rapporti con la Russia, e in particolare con l’ex premier Vladimir Putin.
Terza nazione di cui sarebbe bene sapere la posizione è la Russia. Come detto poco sopra, Ahmadinejad ha deciso di migliorare i rapporti con l’ex repubblica socialista. Sembra infatti che il rapporto tra i due Stati sia stabile, in quanto dopo la prima comunicazione degli Stati Uniti che esprimeva la volontà di attaccare l’Iran (18/02/2010), il generale Makarov dichiarò che la Russia avrebbe fatto tutto ciò che poteva per evitare un simile epilogo.
Lo Stato che chiude il quadro è l’immancabile Cina, che ha l’appoggio militare ed economico di Corea del Sud e Giappone. La Cina possiede una buona parte del debito degli USA, cosa che frutta alle casse dello Stato asiatico diversi miliardi di dollari l’anno e, soprattutto, una posizione di rilievo rispetto alla potenza americana. La Cina detta praticamente legge in campo economico, e sappiamo bene che, in un mondo dove il capitalismo regna indiscusso, l’economia ha importanza vitale.
Fatte queste premesse, possiamo dire che gli Stati Uniti rischiano una sonora sconfitta nel territorio mediorientale, da una parte per l’impegno non indifferente già attuato in Iraq e Afghanistan, dall’altra per la “mancanza di mordente” che porterebbe ad un aiuto esterno da parte di Russia e Cina. In più non possiamo non considerare gli armamenti che potrebbero utilizzare, in risposta, i governi mediorientali. Se davvero il fine di Ahmadinejad è quello di creare missili a testata atomica, i danni sarebbero ingenti per il mondo intero.
In ogni caso non si può far niente altro che attendere nuove notizie. Da un’analisi economica, però, la discesa del dollaro rispetto all’euro e il rincaro graduale del prezzo del petrolio greggio non portano a nulla di buono. Rimanete sintonizzati per ulteriori news nei giorni a venire.
Giuseppe Troccoli

martedì 23 febbraio 2010

Il vento di Ponente arriva da Destra

Gli ultimi giorni dello scontro (perchè poi debba essere sempre una guerra non si sa) politico italiano sono stati caratterizzati dal dibattito sulla "pulizia" del sistema politico. Il personaggio che in questi giorni si sta facendo notare con le sue dichiarazioni è Gianfranco Fini, ex AN e ora presidente della Camera e membro fondatore del Popolo della Libertà.
Il richiamo della terza carica dello Stato è quello di una politica più trasparente e conscia del volere del popolo che si rispecchia nella Costituzione. Sarebbe ovvio, come lo è in ogni altro Stato europeo e non, che gli eletti conoscano perlomeno la carta fondamentale della Repubblica e invece non sembra così, come ha rivelato un recente servizio de "Le Iene" il quale mette in luce come parlamentari e senatori, "interrogati" sulla Costituzione, non abbiano la benchè minima idea di che cosa vi sia scritto.
L'eversivo Gianfranco semina come sempre belle parole ma sembra raccogliere ben poco. Dichiarazioni del tipo: "oggi si parla tanto di trasparenza nella pubblica amministrazione, di legalita ma riflettiamo sul fatto che chi si avvicina alla politica non lo fa come un tempo con il senso di una missione civile, ma come se fosse una carriera" e non per ultima la richiesta di un test a punti sulla Costituzione per i parlamentari (a modello di quello per la richiesta del permesso di soggiorno per gli immigrati, proposta dal signor "resistenza a pubblico ufficiale" Roberto Maroni) non vengono poi trasformate in fatti dal Presidente della Camera. Nonostante i finiani siano relativamente pochi all'interno del PdL, non si vede una proposta di legge di quest'ultimi per cambiare la situazione attuale. Forse va bene così a tutti, tanto loro rimangono sempre lì nel loro guscio protettivo e nessuno sembra poterli scalfire. Ma il giorno del giudizio (per la classe dirigente) arriverà prima o poi, ne sono sicuro. Sono giovane, posso ancora aspettare tanto. Loro non credo.

100 visite - Parigi nel XX secolo

Un altro grande traguardo è stato raggiunto da Commentando... oggi. La centesima visita non fa altro che motivare me e il nostro Ing. del popolo a portare alla vostra attenzione temi freschi ogni giorno.
Spero proprio che ciò che scriviamo vi sia in un qualche modo utile a comprendere meglio la situazione del nostro Paese e le relazioni internazionali tra Stati. In caso contrario, ci sarebbero d’aiuto i vostri commenti personali sugli articoli che scriviamo. Diciamo che ogni scrittore è contento di ricevere il parere dei suoi lettori.

Passiamo ora all’argomento di oggi. Come avrete intuito dal titolo, non è legato ad una notizia d’attualità, bensì ad un libro. Il suo autore è il famosissimo Jules Verne, benché in molti lo conoscano per titoli molto più commercializzati quali “Il giro del mondo in 80 giorni”, “Ventimila leghe sotto i mari” e “Viaggio al centro della Terra”.
Verne è indubbiamente uno dei più grandi autori di romanzi di sempre, e la sua grande intelligenza ha portato alla creazione di capolavori del genere. Inoltre, è riuscito ad aprir le menti dei suoi lettori grazie alle sue straordinarie “previsioni” sul mondo futuro.
Se non vi è chiara questa mia affermazione vi consiglio di leggere, per l’appunto, “Parigi nel XX secolo” edito da “Liberamente Editore”.
Il libro in questione fu uno dei primissimi scritti da Verne, respinto bruscamente dal suo editore in quanto visto come opera giovanile, non adatta al pubblico francese dell’epoca. Probabilmente aveva ragione, ma la sua pubblicazione, avvenuta nel 1994, non fa che accrescere la fama dello scrittore francese.
Si tratta di un romanzo di fantascienza (senza però fucili al plasma e alieni con fini bellicosi) di natura profetica, in quanto prevede, in un certo qual modo, l’ascesa del capitalismo nel mondo. Si parla di una rete che unisce tutto il mondo, del morboso attaccamento al denaro da parte di ogni persona e, soprattutto, della marginalità dell’arte nelle sue forme più classiche. Il protagonista è infatti un giovane scrittore che ha appena finito gli studi, e che cerca lavoro per evitare di morire di fame in mezzo ad una strada.
Verne tende a sottolineare quanto può essere dura la vita di un uomo considerato inutile dall’intera società, condizione che neanche il sentimento più puro, l’amore, può risollevare. Ci sarebbero molte cose da dire su quest’opera, ma rischierei inevitabilmente di rovinare la lettura agli interessati. Tornerò probabilmente sull'argomento più avanti, farcendo l'articolo con più considerazioni e dettagli.

Buon proseguimento di settimana a tutti.
Giuseppe Troccoli

lunedì 22 febbraio 2010

Son tornati i Colonnelli

Il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha oggi annunciato l'arresto di 40 persone che avrebbero tentato un golpe, tra cui vi sono anche cinque ex colonnelli dell'esercito turco.
Nell'ambito dell'inchiesta "Ergenekon" (così è stata denominata) si sarebbe scoperto il piano dei golpisti: delle bombe sarebero dovute scoppiare all'interno di moschee e musei mentre un aereo di linea della compagnia di bandiera turca sarebbe stato fatto precipitare per far sembrare che fosse stato abbattuto da un caccia militare greco. Il motivo di tutto ciò era quello di screditare il governo filo-islamico al potere per infondere sfiducia nella popolazione.
Le manette ai cospiratori arrivano però in un momento particolare della vita politica di Ankara; meno di 48 ore prima un alto esponente del partito di maggioranza "Akp", Avni Dogan, rese pubblica questa sconcertante dichiarazione: "Per 40 anni loro ci hanno messo sulle loro liste nere. Grazie a Dio, adesso è il nostro turno di mettere loro sulle nostre". Secondo vari osservatori, gli arresti sarebbero soltanto un diversivo per distogliere l'opinione pubblica dalle imbarazzanti afermazioni di Dogan.
Siamo ancora una volta davanti ad una manipolazione dell'informazione che fa davvero rabbrividire. La notizia del tentato golpe era stata già diffusa nell'immediato periodo successivo alla vittora dell'Akp nelle elezioni del 2002 ed evidentemente è stata ripescata questa carta jolly, se così si puà dire, solo col fine di far credere alla popolazione che i "malvagi" siano altri, infangandoli in ogni modo. Per adesso nessuno sa quale sia la verità, e proprio come successe in Italia in occasione del golpe Borghese nel '70, probabilmente non si arriverà a conclusioni soddisfacenti. In quell'occasione, come in Turchia, i generali dell'esercito e dell'aeronautica insieme a Junio Valerio Borghese (ex comandante della X flottiglia MAS) studiarono nei minimi particolari il colpo di stato che sarebbe dovuto avvenire nella notte tra il 7 e l'8 dicembre. Il tutto fu annullato, senza nessun motivo apparente, dallo stesso coordinatore dell'operazione Borghese. Gli italiani seppero del Golpe soltanto 3 mesi dopo e si dovette aspettare il 2004 per capire che dietro questi simpatici personaggi ci fosse il governo degli Stati Uniti (in quanto, grazie al "Freedom of Information Act", stilato dagli stessi americani, i documenti che lo accertavano sono ora pubblici) che come garanzia chiese che venne messo a tutela del popolo italiano Giulio ANdreotti. Inutile dire che a questo evento presero parte la loggia massonica P2 e la mafia siciliana, come testimoniato dalle dichiarazioni di Tommaso Buscetta nel "processo Andreotti".
Chissà quanto bisognerà aspettare prima di conoscere la verità su questo presunto golpe in Turchia.
Certo è che la solfa è sempre la stessa: paese che vai, controinformazione che trovi.

Italia - Afghanistan, binomio costoso

Domani verrà votato al Senato il rifinanziamento della “missione di pace” in Afghanistan. Sembra scontato un voto positivo, anche se questa missione bellicosa (no, scusate, leggete missione di pace, altrimenti rischio una querela) costerà per i primi sei mesi del 2010 ben 308 milioni di euro.
Se ciò vi sconvolge, aspettate il seguito. Nel secondo semestre, questa cifra potrebbe lievitare, superando così, e di molto, la cifra spesa dallo Stato italiano lo scorso anno. A scopo informativo, e grazie alle fonti ASCA, vi elenco le spese sostenute da noi italiani nei sette anni di conflitto con lo Stato mediorientale:
2002 – 70 milioni di euro
2003 – 68 milioni di euro
2004 – 109 milioni di euro
2005 – 204 milioni di euro
2006 – 279 milioni di euro
2007 – 336 milioni di euro
2008 – 349 milioni di euro
2009 – 540 milioni di euro
Ponendo che, nel migliore dei casi, la spesa per il secondo semestre 2010 sia pari a quella del primo, il totale della spesa sostenuto dalle casse italiane è di due miliardi e 571 milioni di euro. Dalle mie risorse non ho potuto paragonare questa cifra al PIL italiano degli ultimi anni, ma scomoderò, se sarà necessario, il Ministro Tremonti per avere queste informazioni.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, spese di questo calibro sono indispensabili per poter uscire dalla troppo spesso nominata crisi. La memoria storica ci dice, infatti, che dopo la crisi del 1929 la soluzione poteva essere soltanto entrare in guerra. E così fu. Cinquant’anni dopo, con la crisi energetica, non c’era il motivo di entrare in una nuova guerra, perché la situazione tesa con la Russia garantiva un dispendio continuo di capitali, sufficiente a tenere il debito pubblico abbastanza elevato da evitare il blocco del mercato.
Ma se definiamo questa ingente spesa indispensabile, allora non dobbiamo lamentarci se non ci sono fondi a sufficienza per tutte le altre esigenze di uno Stato. Purtroppo per noi sia l’essere membri dell’Eurozona, sia l’aver sottoscritto il Patto Atlantico ed essere successivamente entrati nella NATO, non sono assolutamente d’aiuto. Siamo quindi in una certa maniera “obbligati” a prendere parte al conflitto afghano anche se ciò è palesemente anti-costituzionale. Riporto per comodità di lettura, l’articolo 11 della Costituzione italiana (direttamente dal sito del Governo italiano):

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Io fermerei tranquillamente la lettura al primo punto e virgola, dato che questa guerra è dovuta ad una controversia internazionale, però pure andando avanti si incappa in un oltraggio alla Costituzione, perché tutto si sta facendo tranne che assicurare la pace.
Peccato che, in questi casi, il diritto costituzionale venga surclassato dal diritto internazionale, che impone agli Stati membri delle succitate organizzazioni ad appoggiare, limitatamente alle proprie forze, gli altri Stati membri in guerra.
Dunque, la situazione per il Belpaese non è delle migliori, e questa non può far altro che peggiorare di anno in anno fino a che gli Stati Uniti non concludano una vera e propria tregua continuativa.
Giuseppe Troccoli

sabato 20 febbraio 2010

Buon Week-end - Editoriale

Si chiude oggi la prima settimana di vita di “Commentando...” e devo dire che comincia già a dare le sue soddisfazioni. Ieri abbiamo superato il traguardo delle 50 visite totali, con un picco di visitatori superiore a venti. Lo so, sono soltanto numeri, ma numeri di un certo spessore. Voglio quindi ringraziare ogni utente che ha letto gli articoli presenti su questo blog: lo farei di persona, ma dato che provenite da ogni angolo d’Italia converrete che è un’impresa quantomeno complicata.
Spero vi accontenterete di un caldo e sincero ringraziamento telematico, visitatori, almeno per adesso è tutto ciò che posso offrirvi.
Sarebbe però ora che i commenti apparissero su “Commentando...”, dato che il motivo della sua esistenza è proprio quello. Senza paura, rimanendo anche anonimi, potreste cominciare a “postare” la vostra opinione, i vostri pareri, che per me e l’Ingegnere del Popolo sono importantissimi. Penso di parlare a nome di entrambi dicendo che sarebbe un’ottima occasione di crescita personale e, perché no, anche di crescita come giornalisti (ma non ditelo troppo forte, sembra non se la passi troppo bene questa categoria).
In secondo luogo, ma non in ordine di importanza, ringrazio il sopracitato Ing. del popolo una figura indispensabile per la vita di questo blog. Ottimo amico, correttore di bozze, campana da sentire e, naturalmente, vignettista. Sì perché la vignetta della settimana l’ha disegnata lui e viene da un’idea partorita da entrambi, purtroppo ci siamo dimenticati di annettere una firma, ma dalla prossima ci sarà. Inoltre è probabile che se abbiate conosciuto questo sito sia per merito suo, quindi concedetemi di ripetere: grazie Ingegnere!
Conclusa questa parte un po’ mielosa, andiamo alla parte succosa di questo editoriale. La mia intenzione è quella di inserire in un unico post le più importanti notizie della settimana terminante, per fare il punto prima di passare agli avvenimenti che avverranno.
Tratterò, come accennato, solo le notizie che hanno avuto più eco durante la settimana, divise per macroarea.

Cronaca
Il 15 febbraio Milko Pennisi, ex presidente della Commissione Urbanistica della città di Milano, viene arrestato sotto convalida del Gip Simone Luerti. Motivo dell’arresto, aver intascato tangenti da un imprenditore locale per “sboccare una pratica”.
Sempre il 15, ai giornali arriva la notizia della frana nel catanese, avvenuta la notte prima. Con velocità vengono sgombrate diverse abitazioni della zona.
Alle 18.30 dello stesso giorno, Denis Verdini accompagnato dal suo avvocato Marco Rocchi, arriva alla procura di Firenze per l’inchiesta sui cantieri del G8 della Maddalena. Alle 20.10 lo stesso Verdini, che ricordiamo è coordinatore nazionale del PDL, esce da una porta secondaria dell’ufficio di procura, evitando così i giornalisti.
Il 16 febbraio invece, in un tragico incidente stradale muoiono un bambino di appena dieci anni, un’insegnante e un conducente di pullman. L’incidente è avvenuto sull’A12, all’altezza di Massa e ha coinvolto soltanto il pullman con cui veniva trasportata in suolo italiano una scolaresca francese. Cinque i feriti di cui uno grave.
Lo stesso giorno viene totalmente sgomberata la città di Maierato, in provincia di Vibo Valentia, in seguito ai vari movimenti franosi che hanno colpito in questi giorni il sud Italia.
Il 17 febbraio il magistrato della procura di Roma Achille Toro, che occupava la posizione di procuratore aggiunto dopo una carriera di 40 anni, lascia la magistratura. La decisione è stata presa in seguito alla sua divulgazione di informazioni coperte dal segreto d’ufficio, per evitare un sicuro provvedimento disciplinare da parte della Procura Generale della Cassazione.
Il 18 febbraio arriva la notizia dell’arresto di due funzionari del fisco di Varese. L’indagine, grazie all’aiuto di un imprenditore locale a cui è stata chiesta una tangente di oltre 50 mila euro, è stata condotta con successo dal corpo dei Carabinieri della città lombarda.
Il 18 sono anche note le condizioni del giovane “No-Tav” ferito in seguito agli scontri con la Polizia in Val Susa. Il giovane ha un ematoma subdurale ma la prognosi rimane comunque riservata.
Il 19 febbraio viene trovato un ordigno esplosivo in via Principi d’Acaja a Torino, nelle vicinanze della stazione della metropolitana omonima (servizio che, ricordiamo, era in sciopero proprio quel giorno, N.d.R.). Fortunatamente l’accensione dell’ordigno non ha resistito alla battente pioggia del capoluogo piemontese.
In questo giorno, inoltre, vi è la decisione da parte di 100 comuni della Pianura Padana di effettuare un totale stop del traffico domenica 28 febbraio 2010. Per Chiamparino (sindaco di Torino) e Moratti (sindaco di Milano) questo è un importante avvenimento, in quanto si è riusciti a mettere d’accordo diversi rappresentanti di entità più o meno piccole, e dovrebbe essere un esempio da seguire anche per il Governo centrale.

Politica
Il 15 febbraio Bossi si dichiara non favorevole all’idea di privatizzare la Protezione Civile Italiana, idea proposta nei giorni precedenti che ha attirato particolarmente l’attenzione nel panorama politico italiano.
Il 15 è anche un giorno infuocato in quanto, dopo le varie accuse di concussione e gli scandali per i cosiddetti “grandi eventi”, per i quotidiani tornava in voga il nome “Tangentopoli”. Il presidente della Camera dei Deputati Fini, dichiara che non siamo alle prese con un evento simile a quello che ha colpito l’Italia agli inizi degli anni ’90, perché “Oggi chi ruba non ruba per la politica o per un partito, ma ruba perché è ladro, un volgare lestofante”.
Il 17 febbraio sempre Fini, interviene sulla situazione del sud Italia, economicamente molto meno incisivo che il settentrione, tanto da aver perso l’intero guadagno di cinque anni dopo la caduta rovinosa dei mercati del 2009. La dichiarazione di Fini: “(Serve) Un patto da parte delle istituzioni che torni a dar loro (i cittadini del Mezzogiorno, N.d.R.) piena fiducia”.
Il 18 febbraio, a seguito di un “drug test” effettuato anonimamente da 232 parlamentari italiani, svela che uno di essi è positivo alla cocaina. Dei 232 test, però solo 147 sono stati resi pubblici dai parlamentari che l’hanno eseguito.
Il 19 febbraio, dopo tre bocciature del ddl riguardante la Protezione Civile, viene approvato finalmente alla camera il decreto, opportunamente modificato. Per Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana, questo è un notevole passo avanti, dove ha vinto la collaborazione tra gli schieramenti.

Estero
Il 15 febbraio un terribile incidente ferroviario provoca 25 morti in Belgio, oltre 100 i feriti, alcuni molto gravi.
Il 16 febbraio giunge la notizia da parte di fonti statunitensi dell’arresto di Mullah Abdul Ghani Baradar, uno dei principali capi militari talebani. La cattura è avvenuta nella città di Karachi e viene subito smentita dal Pakistan, che però, il giorno dopo, è costretta ad ammettere la verità.
Il 17 febbraio, Mosca ritira il carico di missili S-300 diretti in Iran. Il motivo è la politica sugli esperimenti atomici da parte dello Stato mediorientale, che ha arricchito l’uranio al 20%.
Il 17 febbraio arriva anche la notizia riguardanti i talebani in Afghanistan i quali sarebbero colpevoli di utilizzare donne e bambini come scudi umani.
Il 18 febbraio Barack Obama accetta di incontrare il Dalai Lama nella sala delle Mappe della Casa Bianca. L’incontro, ha avuto come tema principale la situazione dei diritti violati in Cina, e il Presidente americano ha promesso di fare il possibile. Arriva però pronta la risposta della Cina, che accusa il capo religioso come la maggiore figura sovversiva del territorio cinese.
Sempre il 18 febbraio, un aereo si schianta contro la sede del fisco ad Austin, Texas. Il pilota americano ha fatto “testamento” sul web, dove asserisce di vendicarsi di un contenzioso con l’ufficio in questione. Fortunatamente nessun morto nell’attentato, oltre ovviamente al pilota, due feriti e un disperso.
Il 19 febbraio avvengono degli attacchi informatici ai danni di Google. Gli attacchi provengono da due atenei cinesi. Il motivo è probabilmente la contesa dei giorni precedenti tra la major americana e lo Stato asiatico.
Lo stesso giorno da Mosca arriva la dichiarazione che esprime la volontà di voler sanzionare l’Iran senza però esagerare. Questa sanzione, secondo il vice Ministro degli Esteri Ryabko, dovrebbe essere solo un metodo per evitare la creazione di nuovi ordigni nucleari. La dichiarazione è in netta contrapposizione con il volere degli Stati Uniti e di Israele.

In conclusione auguro un buon fine settimana a tutti i lettori di "Commentando..."

venerdì 19 febbraio 2010

La nuova barzelletta del Sig.B.

Nell'odierna intervista di Berlusconi a palazzo Grazioli, Silvio allieta ancora una volta i giornalisti con una delle sue celebri barzellette: "Non credo ci sia dubbio sul fatto che chi sbaglia e commette dei reati non può pretendere di restare in nessun movimento politico" e ancora "le persone che sono sottoposte a indagini o processi non devono venire ricomprese nelle liste elettorali". Questa non può essere altro che una battuta! E invece no.
Il Sig. B. a quanto pare è convinto che l'essere indagato comporti l'estromissione della persona in questione da qualsiasi partito politico esso faccia parte (tranne che ne sia il presidente, N.d.A.) in quanto il nostro Silvio precisa: "se ci sono dei dubbi sulla loro colpevolezza sara' l'ufficio di presidenza a decidere caso per caso".
In poche parole se Silvio ha dei dubbi che il Sig. B. sia colpevole, deve farlo dimettere. Ora è tutto chiaro!
A parte gli scherzi e le battute, quello che è davvero grave non è tanto la sua affermazione ma il fatto che in questi giorni è stato presentato d'urgenza un decreto legge che inasprisca le pene per coloro che vengono corrotti. Il governo "del fare", come lui stesso l'ha definito, ha preso l'impegno di combattere coloro che truffano lo Stato. Ma perchè viene presentato proprio in questi giorni, dove il disGuido Bertolaso riempie le colonne dei giornali? Non hanno sempre sostenuto, gli esponenti del Pdl (e non solo!) che fosse tutta una montatura per colpire ancora una volta Berlusconi?
Le risposte a queste domande sono semplici. Più che governo "del fare" si rivela ancora una volta governo "del rimediare". Decreti legge che fanno tanto fumo, suscitando interesse nell'opinione pubblica (che a quanto pare risponde in modo favorevole), ma che poi si rivelano soltanto una pagliacciata. Basta citarne alcuni per rendere l'idea: gli anziani non riescono a sostenere i danni economici della crisi? Nessun problema, arriva la "social card"! Presentata come la misura anti-crisi per eccellenza, la carta ricaricabile conteneva 40 euro (nei casi migliori) da spendere mensilmente per i generi alimentari.Tutto ciò per placare l'opinione pubblica, per far sembrare che il governo "faccia", ma non è stato e mai sarà così. Cosa ancora più grave è che l'opposizione si limita ad esultare quando un decreto viene respinto, o addirittura ne condivide di assurdi. Una parola può descrivere la nostra attuale classe dirigente: vergogna.

giovedì 18 febbraio 2010

Il Dalai Lama arriva negli Stati Uniti

Dopo una settimana di tira e molla, il Dalai Lama è finalmente approdato in terra statunitense. Ma qui l’estro di Obama si rivela degno di un vero premio Nobel per la pace (aggiungerei “alle intenzioni”, ma solo per dovere di cronaca). Sì perché Obama non vuole assolutamente scontentare Wen Jiabao, capo del governo cinese, e per questo motivo accoglierà il capo spirituale tibetano non nella Studio Ovale (stanza predisposta per accogliere i capi di Stato) bensì nella sala delle Mappe. Motivazione ufficiale di tutto ciò è che gli Stati Uniti accolgono il Dalai Lama come capo religioso e non politico.
Passiamo però alle motivazioni vere, che sono molto più succose e interessanti. Si dia il caso, infatti, che la Cina detenga miliardi di dollari di debito pubblico U.S.A. in titoli di Stato, azioni e fondi. Ricordiamo inoltre che gli Stati Uniti hanno bisogno di un appoggio per forzare l’Iran a concludere gli esperimenti atomici, dato che la Russia è estremamente contraria ad un eventuale attacco ai danni dello Stato mediorientale. Per concludere c’è ancora la questione della vendita di armi americane a Taiwan e il caso “Google – Cina”, ovvero l’ultimatum della major delle ricerche online al governo cinese, reo di aver richiesto attacchi continui alle web mail Gmail d’America e d’Europa.
Adesso che la situazione è completa, possiamo analizzare con chiarezza la scelta di Obama di accogliere colui che viene additato dai cinesi come il separatista per eccellenza del loro territorio. È evidente che gli Stati Uniti non sono nella posizione (non più, per lo meno) di dettare legge in campo di politica internazionale, quindi probabilmente il Dalai Lama è stato invitato per rimediare all’errore mediatico fatto in precedenza (quello di non accettare la visita dello stesso nella Casa Bianca, N.d.A.) per riconciliarsi su questo punto con l’Unione Europea. Dunque si potrebbe trattare dell’appello disperato di un Capo di Stato che finora non si è fatto notare per una grande abilità gestionale.
In questi minuti l’incontro avviene a Washington, nei prossimi giorni potremmo sapere cosa si è detto e quali sono le reali implicazioni politiche in risposta a questo evento.
Giuseppe Troccoli

mercoledì 17 febbraio 2010

Il braccio di ferro tra U.S.A. e Iran

Leonid Ivashov ieri aveva dichiarato che c’era la possibilità di assistere ad un attacco congiunto di Stati Uniti e Israele ai danni dell’Iran. Oggi questa notizia è stata supportata dal Capo di Stato maggiore Nikolai Makarov, generale delle forze armate russe.
L’Iran è colpevole di condurre esperimenti sull’uranio, o per dirla alla Obama “non rispetta le norme di sicurezza mondiali”. Il che è tantomeno anomalo per il presidente di un Paese che ha deturpato interi paesaggi, molti anni fa, per testare le proprie testate atomiche.
Il fatto è che forse non tutti sanno che cosa s’intende per arricchimento dell’uranio. Il procedimento non prevede di fondere assieme uranio e oro, bensì di utilizzare grandi quantità dell’isotopo presente in più grande quantità sulla Terra (U238, N.d.A.) per sintetizzare un altro isotopo, dal potere energetico esponenzialmente più alto (U235). La percentuale di presenza di quest’ultimo isotopo è di vitale importanza se non vogliamo utilizzare l’uranio arricchito per motivi energetici. Per fini bellici, ad esempio, la percentuale utile di uranio 235 deve superare la soglia del 60%. L’Iran è attualmente ad una percentuale di arricchimento del 20%.
La cosa che più mi colpisce in questo braccio di ferro è però il ruolo della Russia. Da giorni, ormai, Medvedev ha ritirato la trattativa con lo Stato mediorientale che riguardava la cessione di missili S-300 terra-aria, mossa chiaramente pro States, ma oggi, lo stesso Medvedev, ha annunciato che farà tutto ciò che può per impedire un eventuale attacco contro l’Iran.
La prospettiva non è dunque delle migliori, e riporta al periodo d’oro dell’economia mondiale, chiamato anche “Guerra Fredda”. Ma a cosa porterebbe un eventuale attacco da parte degli Stati Uniti all’Iran? Di sicuro un bel botto, materiale oltre che mediatico, e la distruzione di una regione mediorientale. In seguito, almeno secondo queste dichiarazioni, ci sarà un inasprimento dei rapporti tra le due vecchie guardie del mondo, ovvero U.S.A. e Russia, e infine... niente di speciale, naturalmente, a meno che Cina, Giappone e Corea non vogliano usare un simile pretesto per ribadire la loro supremacy. In questo caso, e solo in questo caso, assisteremo a ciò che chiuderà per una ventina d’anni la crisi economica globale.
Vedremo nei prossimi giorni chi si aggiudicherà la vittoria di questo ennesimo braccio di ferro.
Giuseppe Troccoli

Non dire appalto se non hai un parente a cui darlo

Bertolaso? Ma quale Bertolaso? Lo stesso Bertolaso che restituì le case agli abruzzesi dopo il terribile terremoto? Stiamo parlando del nuovo eroe della patria italiana?
La notizia della scrittura nel registro degli indagati nel fascicolo aperto dalla procura di Firenze del numero uno della protezione civile è arrivata agli italiani senza preavviso. Strano, perchè insieme a Guido Bertolaso hanno ricevuto l'avviso di garanzia alcuni dei suoi più stretti collaboratori tra cui spiccano Angelo Balducci (nel giro viene chiamato "gentiluomo del Papa"), Gian Michele Calvi e Francesco Piermarini (cognato, indovina un po', del Bartolaso). Da questi nomi saltano all'occhio dei conflitti di interessi che farebbero gola al Sig. B. I due infatti hanno parenti non troppo lontani che vivono grazie agli appalti edilizi. Quello che forse non tutti sanno è che in caso di emergenze (come, guarda caso, quella del terremoto) la protezione civile svolge una trattativa privata degli appalti pubblici, senza nessuna gara di assegnazione dei lavori.
Da tutto ciò ci si domanda: "visto che che queste persone sono oneste non daranno gli appalti ai loro familiari vero?". In un paese normale sarebbe così, ci sarebbe una veloce gara d'appalto e si assegnerebbero i lavori. Il metodo "all'italiana" diversamente assegna direttamente i lavori al primo che passa che, oh ma che strana coincidenza, è sempre un parente. Come merce di scambio per questi favori Balducci & C. ricevevano attenzioni particolari da ragazze belle e prorompenti, denaro e, a loro volta, altri favori.
Bertolaso in tutto questo che c'entra? C'entra poichè reo di aver "dato fiducia eccessiva alle persone sbagliate", cosa che a quanto pare non basta per dimettersi, come se fossero briciole quelle che gestivano lui e i suoi compagni di merende. Si sarebbe anche dimesso questo povero uomo. Subito ha ammesso le sue colpe all'opinione pubblica, ma arrivato per presentare le dimissioni (colpo di scena!) Mr. B. non accetta le dimissioni e afferma "Non si può governare attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici". Dopo 24 (non uno, V-E-N-T-I Q-U-A-T-T-R-O) procedimenti giudiziari che negli anni l'hanno visto partecipe, i giudici di Crescentino (VC) hanno aperto un fascicolo sull'uccisione di Giulio Cesare. Bruto confessa al Gip "il 15 Marzo del '44, Silvio e Totò" (Riina, N.d.A. ) "attirarono Giulio nella trappola". Seguiremo gli sviluppi nei prossimi post.

martedì 16 febbraio 2010

Ghe pensi mi (forse)

In questi giorni la Calabria sta vivendo giorni di paura a causa del maltempo che sta affliggendo il suo territorio e non solo. La pioggia e le frane, causate da essa, hanno portato all'evaquazione di circa 150 persone nel piccolo comune di Maierato, in provincia di Vibo Valentia.
Ogni volta che si sente parlare di queste emergenze sorge sempre spontanea una domanda: si poteva evitare tutto ciò? La risposta non è certa ma ragionandoci sopra e vedendo le immagini, ascoltando le persone che popolano quelle zone viene da dire di sì.
Ci si trova davanti sempre alle solite storie: le autorità vengono avvertite sulla situazione dalla gente ma la burocrazia (o chissà che cos'altro) non permette di agire all'istante, evitando così il peggio. Ciò era già successo a L'Aquila in occasione del terremoto e a Messina quando una frana, nel mese di Ottobre, fece 18 vittime.
Il sig. B, in entrambe le occasioni, dichiarò "lo Stato farà riavere le case ai cittadini sfollati". D'accordo, ma invece di riparare dopo che il fatto è successo, non si poteva pensare di evitarlo? Un vecchio detto dice meglio prevenire che curare, ma in quest'Italia ormai da troppo tempo è meglio curare che prevenire.
Dov'erano i nostri politici, nazionali e non solo, quando gli abruzzesi lamentavano ormai da tempo delle scosse di terremoto che hanno preceduto il 3 Aprile?
Troppi eventi dell'Italia repubblicana sono macchiati dell'indulgenza di qualcuno ed è venuta l'ora di cambiare la mentalità, gli usi e i costumi di questa Italia che merita un futuro migliore, una classe politica migliore (o perlomeno che ci rappresenti) indifferentemente a destra, sinistra, sopra e sotto.
Spero finisca presto il tempo di "Ah è successo questo, bè ripareremo" e inizi una nuova epoca all'insegna di "Non deve succedere. Ripariamo".

Quel genio di Celori

Ammetto che una cosa simile me la sarei aspettata più da un giovinotto di Forza Nuova che da un candidato alle elezioni regionali laziali. Come il titolo lascia intuire sto parlando di un vero e proprio genio, tale Luigi Celori.
Costui, sembra, regali calendari rappresentanti colui che al tempo veniva chiamato Duce, ma che forse è meglio ricordiamo con nome e cognome. Sì, Celori regala(va) calendari di Benito Mussolini ai militanti della sua lista. Subito mi sono stupito vedendo la notizia, vi giuro. E mi sono domandato come mai lo stesso calendario non fosse anche su Panorama, L'Espresso, Novella 2000, eccetera eccetera. Poi la risposta è stata chiara: probabilmene Mussolini non aveva i numeri per essere all'altezza di tali forme d'arte.
Tra l'altro vorrei proprio vederlo uno di questi calendari, per notare i giochi di luce che fanno apparire più alto il grande dittatore versione italiana.
La motivazione di questo amorevole gesto da parte dell'ex capogruppo An (eh sì, la mela non cade mai troppo lontano dall'albero) è però ancora più agghiacciante: festeggiare l'ottantesimo anno dell'era fascista. Qua siamo alla frutta, mi vedo già un bel calendario con pose osé del caro vecchio Licio Gelli, simbolo del centocinquantenario della nascita della P2.
Che implicazioni avrà tutto ciò? Onestamente non ne ho idea, probabilmente la televisione non riporterà una simile sciocchezzuola che va ad infrangere l'articolo su cui si basa la repubblica italiana. Certo, è anche vero che la Costituzione ha passato tempi migliori, dato che adesso viene continuamente depredata per somigliare ad un trattato economico.
Peccato che in troppi ancora non sappiano che la Costituzione Italiana, dalla creazione dell'Unione Europea e dell'Eurozona, serva sempre meno visto che il diritto internazionale è più importante delle singole leggi statali, e il celeberrimo Trattato di Lisbona è da leggere come "Costituzione dell'Unione Europea".
Tornando alla notizia in sé, il PCdI chiede che il candidato Celori ritiri la sua candidatura nella regione Lazio ma credo che, a meno di una buonuscita che copra le spese di creazione del sito personale, ciò non avverrà mai.

Per oggi, credo basti.
A presto,
Giuseppe Troccoli

lunedì 15 febbraio 2010

Inaugurazione

Il primo post di questo spazio è soltanto l'inaugurazione di un'avventura, di una scommessa fatta tra me e me in una giornata buia e nebbiosa.
Prima di ogni cosa, il motivo della creazione di questo blog: come il nome stesso suggerisce, tutto ciò è nato per commentare, ovvero per adempiere al preciso compito di ogni uomo di far girare gli ingranaggi del cervello, ingranaggi che per troppo tempo magari sono rimasti inceppati. Commentando... è quindi una rassegna di pensieri e opinioni legate alle notizie che ogni giorno affollano le reti e riempiono le pagine dei giornali.
Commentando... può servire a chi non sa che libro leggere, quale film guardare di sera.

In ogni caso, io, unico autore, almeno per ora, tengo ad accentuare il fatto che ogni messaggio vedrete su questo blog rappresenterà soltanto la mia interpretazione delle notizie che il mio intelletto ritiene più meritevoli di essere commentate, soltanto le mie impressioni sui libri, sui film e su ogni espressione d'arte che prenderò in considerazione. Non ho la presunzione di voler essere l'unica fonte da cui trarre informazioni, né tantomeno la volontà di condizionare populisticamente le menti che porteranno (spero) a leggere ciò che voglio condividere.

Chiudo questo primo messaggio al world wide web con una proposta:
tu, lettore, se vuoi aiutarmi in questa mia "missione", sentiti libero di contattarmi, magari commentando questo articolo o i successivi.

Grazie per aver letto questo post, visitatore, torna al più presto e scopri se ho inserito nuovi articoli.

Giuseppe Troccoli